La gestione di servizi sociali può essere affidata dalle amministrazioni pubbliche mediante forme di co-programmazione e co-progettazione con gli enti del terzo settore, per l’individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi necessari e delle modalità di realizzazione degli stessi, ai sensi degli artt. 55 e 56 del d.lgs. n. 117 del 3 luglio 2017 (codice del terzo settore), che rappresentano un modello alternativo, espressione del principio di sussidiarietà orizzontale, a quello caratterizzato dall’acquisizione di beni e servizi mediante lo strumento dell’appalto pubblico o della concessione di cui al d.lgs. n. 36 del 31 marzo 2023 (codice dei contratti pubblici), il cui art. 6 infatti precisa che gli istituti di cui al Titolo VII del codice del terzo settore – che comprende gli artt. 55 e 56 – non rientrano nel campo di applicazione del codice dei contratti pubblici, le cui norme non sono quindi applicabili a siffatte procedure.
In forza di tale principio di diritto, il T.a.r. Lombardia (Milano sez. II, 1 ottobre 2024 n. 2533) ha ritenuto infondate le censure inerenti alla violazione del principio di segretezza delle offerte e di separazione tra offerta tecnica ed economica, in quanto la procedura ex artt. 55 e 56 del Codice del terzo settore non ha carattere rigorosamente competitivo, caratterizzata dalla valutazione di offerte tecniche ed economiche predisposte unilateralmente ed in maniera vincolante dal partecipante, ma è volta alla scelta di uno o più soggetti del Terzo settore con cui intraprendere un’attività di collaborazione (co-programmazione e co-progettazione).
Sul tema della procedura ex art. 55 del Codice del Terzo settore e la sua compatibilità anche euro unitaria, vedere Corte Cost., 26 giugno 2020, n. 131; Cons. Stato, sez. cons. atti norm., parere 3 maggio 2022, n. 802.